Oggi analizzeremo il fenomeno della prostituzione, ma questa volta non lo faremo per parlare del suo aspetto ‘legislativo’ o per dare ancora una volta risalto alle difficili condizioni in cui operano le lavoratrici del sesso, bensì per cercare di capire perché alcune donne (ma anche tanti uomini) spesso trovino nel prostituirsi un’attività che non solo gli da piacere ma che, svolta di tanto in tanto, consente loro anche di poter ‘arrotondare’ le entrate in modo semplice e naturale, per giunta divertendosi.

Sono infatti numerosissimi i casi in cui giovani e belle studentesse, ma anche bei fusti di giovanotti universitari, si aiutano in questo modo per pagarsi gli studi e le spese di sopravvivenza, ma da qui ad essere etichettate come prostitute c’è parecchia differenza. In fondo il nostro paese è storicamente stato sempre abbastanza restio ad accettare benevolmente il fenomeno della prostituzione, ed è anche vero che le persone fanno presto a giudicare, ma molte volte commettono l’errore di esprimere valutazioni su un qualcosa di cui in effetti non sanno nulla, ma l’Italia è fatta così, purtroppo.

Il ‘Wiesn’ (che in dialetto bavarese significa letteralmente ‘festa d’Ottobre’), più noto a livello mondiale come Oktoberfest, è l’evento più grande ospitato in tutta la Baviera, ed è anche la fiera popolare con maggior affluenza di pubblico al mondo, con circa 10.000.000 di presenze fatte registrare nelle sue ultime edizioni; anche il numero di boccali di birra consumati è davvero impressionante: circa 8 milioni di caraffe di birra fredda e buonissima si sono infatti abbracciati nei vari brindisi d’allegria tra la folla.

Questo bellissimo e massiccio evento ha una durata complessiva di 17-18 giorni, sviluppandosi dalla metà di Settembre fino alla prima Domenica d’Ottobre, giorno in cui chiudono tutti i battenti e si torna a casa. C’è un’area più grande delle altre, la Theresienwiese, che con i suoi 42 ettari circa di superficie può permettersi di ospitare un grande luna park e la maggior parte di tutti gli stand allestiti dai birrai, con relative tavolate e panchine in legno. Altre aree preparate con stands ed un palcoscenico centrale ospitano inoltre rassegne musicali prevalentemente a base di ‘Schlager’, un diffuso genere musicale dei popoli centroeuropei.

Holi è un festival popolare hindù di primavera, e viene celebrato, oltre che nella sola India, anche in Nepal ed in alcune comunità di ceppo indio presenti nel Caribe ed in Sudamerica, anche se oggi si può dire abbia perso un po’ quello che era il suo originario significato religioso per trasformarsi in una festa primaverile all’insegna dei colori e dell’amore celebrata anche in Europa e nel Nord America.

Questa colossale festa ha anche un altro significato culturale, essendo considerata inoltre come il giorno in cui ci si libera dal passato, si lasciano alle spalle errori, sensi di colpa, cattive azioni fatte, un giorno per perdonare e dimenticare insomma. Holi è il giorno perfetto per azzerare ogni cosa ed iniziare come una persona nuova, libera da tutti i mali e pronta ad iniziare un nuovo anno all’insegna della bontà e dell’amore per il prossimo, motivo per il quale simboleggia, per molti dei popoli che lo celebrano, anche la fine del vecchio anno e l’inizio di quello nuovo.